giovedì 29 novembre 2012

Il giuoco del Calcio: approfondimento su "Italia-Brasile 3-2, ha fatto male al calcio" (Zico)


Ieri è stata pubblicata su tutti i principali quotidiani, sportivi e non, un'intervista a Zico nella quale sostiene che Italia - Brasile 3-2 (video) avrebbe fatto male al calcio.
Premetto che io non c'ero, ho visto qua e là spezzoni di quella partita. Ad ogni modo ritengo che la sua frase sia priva di senso, oppure se un senso ce l'ha, non la condivido.

Zico continua così: "Quel Brasile aveva una squadra fantastica, conosciuta in tutto il mondo e dovunque andiamo la gente ci ricorda per la squadra dell'82 - le parole di Zico a Rio de Janeiro per la 17esima edizione di 'Soccerex '- Se avessimo vinto quella partita, il calcio probabilmente sarebbe stato differente. Invece abbiamo cominciato a mettere le basi per un calcio nel quale bisogna conseguire il risultato a qualsiasi costo, un calcio fondato sulla distruzione del gioco avversario e sul fallo sistematico. Quella sconfitta del Brasile non è stata un bene per il mondo del calcio. Quel giorno, anche se avessimo segnato cinque gol, l'Italia ne avrebbe fatti sei perché trovavano sempre un modo per capitalizzare i nostri errori".

La mia opinione è che una partita nella quale le squadre in campo puntano solamente al gioco senza guardare al risultato è un non senso.

Il gioco del calcio è una questione certamente di creatività, doti atletiche e tecniche, fantasia, ma anche di caparbietà, propensione al risultato, e soprattutto comprensione delle proprie capacità e di quelle dell'avversario, quello che possiamo chiamare autostima e stima.
Se così non fosse tutte le partite sarebbero decise dalle qualità dei singoli o di un gruppo di singoli, rendendo lo sport più bello del mondo monotono e privo di quel pizzico di imprevedibilità che tanto ci tiene incollati ai televisori o ci fa balzare sulle poltroncine degli stadi. 

La possibilità che una squadra inferiore tecnicamente possa vincere attuando i provvedimenti necessari a contenere l’avversario e colpirlo nei momenti più inaspettati avvantaggiandosi delle difficoltà altrui, è un ingrediente essenziale del gioco.

Va dato atto a Zico che effettivamente il calcio è cambiato e il Brasile, che non è Zico, ha vinto due Mondiali portando a casa alcuni risultati anche con un gioco oculato e a volte “catenacciaro”.


Ogni squadra, infatti, fa tesoro delle proprie virtù che possono essere tecniche, atletiche e mentali e rimanendo nei limiti della correttezza (sportiva, economica, etica), ritengo sia corretto che studi e colpisca l’avversario nei suoi punti deboli. I goal di Rossi e di Inzaghi, le azioni con le quali si arriva in porta con 3 tocchi, il recupero di un difensore in extremis, una difesa ben piazzata e implacabile come quella del Milan di Sacchi, sono agli occhi di un appassionato tanto belli e a volte più emozionanti del gesto atletico di un singolo.

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