venerdì 1 febbraio 2013

ZEMAN


La Roma, di Zeman, è sempre argomento di grandi dibattiti. I giocatori fino a ieri erano con l'allenatore, messo in dubbio dalla società. Ma poi arriva un buon Cagliari, squadra di qualità e in tre minuti va in vantaggio. La Roma tenta di recuperare, ci riesce con Totti ma si sbilancia innumerevoli volte, non c'è pressing a centrocampo, la difesa perde ogni marcatura, i difensori non sono mai convinti sul pallone nel contrasto, neppure l'attacco gioca come dovrebbe, si incaponisce contro la difesa e lascia palloni per le ripartenze, niente di quello che ci si aspetta da una squadra di Zeman neanche in attacco, passaggi filtranti inserimenti ecc...
Affascinante e romantica la filosofia calcistica del boemo, chi più ne fa, vince, dettato all'attacco e al bel gioco dove se tutti i movimenti sono perfetti e nella partita non si hanno amnesie si vince per di più facendo spettacolo.
Purtroppo, mi dispiace dirlo, capita anche che Goicoechea faccia un autogoal da cineteca, e che ad alcuni giocatori manchi il mordente. E' proprio su questo punto che voglio andare a concentrarmi.
Alle squadre di Zeman manca il mordente, manca l'intensità sull'avversario e l'attenzione nella fase di contenimento. Manca un direttore in panchina che sappia motivare per 90 minuti gli undici in campo tenendoli sempre sulle spine e con gli occhi a 360° a controllare ciò che accade, manca il sacrificio del singolo per il gruppo, manca la capacità del tecnico e della squadra di cambiare IN POSITIVO il corso della partita.
Non vado oltre, chiudo ricordandovi che in 30 anni di carriera Zeman ha vinto 1 titolo nel campionato C2 con il Licata e due campionati di Serie B con Foggia e Cagliari, tutto qui.
Lascio a voi, l'ardua sentenza.

2 commenti:

  1. Tutto vero, condivisibile. I risultati non sono a favore del boemo, ma c'è da dire che tutti sappiamo come giocano le su squadre (da sempre), la società Roma conosceva benissimo le difficoltà a cui sarebbe andata incontro scegliendo Zeman come tecnico, tra cui la sua tanto sbandierata onestà intellettuale, che gli ha causato non pochi problemi nella sua carriera e che, in questa stagione, si è manifestata con l'esclusione di De Rossi e Stekelenburg a favore di giovani come Florenzi (ottimo) e Goicoecha (pessimo). L'idea è che non ci sia stata comunicazione tra società e tecnico, che si è trovato una squadra composta da giocatori che non erano adattabili al suo modulo, e sappiamo bene che Zean è piuttosto integralista su questo fronte: e allora perchè non cedere De Rossi a 20 milioni per portare a casa qualcuno di più adattabile al modulo zemaniano? Come interpretare le uscite del tecnico sulla continua mancanza di rispetto delle regole all'interno del club? E poi ripeto, che senso ha ingaggiare un tecnico con un progetto pluriennale se alle prime difficoltà lo molli? Per me questo è un pessimo segnale dato dai dirigenti della Roma, che "danno ragione" ai dissidenti della panchina (indisciplinati) e, lo dico da tifoso bianconero, cacciano una delle poche figure genuine e anticonvenzionali rimaste nel calcio italiano.

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  2. Ti ringrazio per la tua analisi preziosissima. La Roma in effetti da due anni sventola la voglia di credere in progetti innovativi e alternativi che poi abbandona.

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